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"Non sono una signora". Avvocata di Davoli denuncia il collega

Durante un’udienza le si era rivolto più volte con tono discriminatorio negandole il titolo professionale. Esposto all’Ordine a carico di un legale del foro di Locri

Il codice deontologico parla chiaro. “L’avvocato deve evitare espressioni offensive o sconvenienti negli scritti, in giudizio e nell’esercizio dell’attività professionale nei confronti di colleghi, magistrati, controparti o terzi”, facendo rientrare nel linguaggio sconveniente anche l’appellativo di “signora” nei confronti delle donne. E da Davoli arriva un nuovo caso di presunta discriminazione. A sollevarlo è l’avvocata Eliana Corapi, privata del suo titolo professionale durante un’udienza negli uffici del giudice di pace di Catanzaro da un collega, appartenente al foro di Locri. Una vicenda che sarà ora il Consiglio dell’Ordine a valutare, a seguito dell’esposto presentato in cui si sollecita l’azione disciplinare.
«Ho preso il mio tempo e con serenità sono andata avanti - afferma Eliana Corapi - l’ho fatto per me, per la classe forense e per chi non ha la mia stessa determinazione. Ho presentato un esposto per denunciare quanto avvenuto in un’udienza del 22 luglio scorso in cui dopo 20 anni di professione, come praticante legale prima e come avvocata poi, mi sento appellare da un anziano collega con il solo titolo di “signora”. Stavamo discutendo una causa in cui lui ribattendo alla mia discussione si è rivolto a me in questi termini: “Come erroneamente ha detto la signora”; la “signora ha sostenuto che”; tutto questo alla presenza di moltissimi colleghi, alcuni dei quali sono stati citati come testimoni.

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