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Cutro: dalle visite mediche agli affiliati del clan, all’ingresso del cardiologo nei loro affari

La «politica criminale» praticata dalla cosca Grande Aracri di Cutro mirata ad «ottenere il controllo e la gestione di importanti strutture ricettive o complessi residenziali» della costa ionica crotonese, «è stata resa possibile anche dalla costante e generalizzata “messa a disposizione”» di Alfonso Sestito. Il quale, non solo eseguiva visite mediche per i «singoli affiliati» al clan, ma aveva «via via assunto un ruolo sempre più “centrale”» nel «“settore imprenditoriale”» del “locale” di ’ndrangheta. Ecco spiegato perché, lo scorso 2 maggio, il Tribunale di Crotone ha inflitto 8 anni e 6 mesi di carcere al 53enne cardiologo cutrese, ex primario del policlinico “Gemelli” di Roma, per associazione mafiosa ed estorsione.
Il clinico, ritenuto «il terminale economico» dei Grande Aracri, era stato sospeso dal servizio dopo essere finito in manette il 15 gennaio 2020 nell’ambito dell’operazione “Thomas” coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dalla Guardia di Finanza di Crotone. Per il collegio presieduto da Massimo Forciniti, si legge nelle motivazioni della sentenza, la contiguità di Sestito alla cosca di Cutro si sarebbe concretizzata «dapprima finanziando» dall’esterno gli «investimenti immobiliari operati dalla Camelia srl»; poi, ricoprendo «la formale veste di socio», insieme alla moglie, «sia della Camelia srl che della Domus Re Consulting srl»; e infine, «esercitando direttamente i poteri decisionali e gestionali» nel villaggio San Francisco di Isola Capo Rizzuto.

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