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Crotone e Catanzaro, quattro persone per due province. La Soprintendenza come una trincea

I beni archeologici di Crotone e Catanzaro sorvegliati da una struttura senza personale. La direttrice Argenti: «Facciamo di tutto, ma così è molto difficile»

Stefania Argenti

Una dirigente, due funzionari ed un centralinista. Quattro persone appena per i 107 comuni che compongono le province di Crotone e Catanzaro. Tre persone appena, più precisamente, per provvedere «alla tutela, conservazione, catalogazione e valorizzazione dei beni di propria competenza» e «vigilare sull'osservanza degli obblighi imposti dalla legislazione di tutela a soggetti pubblici e privati proprietari». Perché è questo il ruolo assegnato alla Soprintendenza archeologica Belle arti e Paesaggio per le province di Crotone e Catanzaro. Compiti complessi ed estremamente importanti per luoghi che custodiscono beni artistici, archeologici e paesaggistici di grandissimo rilievo.
Eppure, a gestire tutto ci sono solo una dirigente, due funzionari ed un centralinista, nonostante le reiterate richieste di supporto da parte di Stefania Argenti, che dallo scorso inverno è stata chiamata dal ministero della Cultura a dirigere questa Soprintendenza: «Abbiamo alcuni collaboratori esterni - spiega - che però non sono funzionari. Lavoriamo più che possiamo, cercando di fare il possibile per consentire il buon andamento dell'ufficio, ma è veramente durissima. Alcuni concorsi sono stati portati a termine, ma è da giugno che aspettiamo il nuovo personale. Darebbe una mano, pur non essendo comunque risolutivo». In più, i recenti cambi ai vertici degli uffici nazionali e regionali hanno rallentato alcuni progetti già in itinere, rendendo ancora più complicata una situazione già difficile.

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