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Vibo, i tesori dell’antica Hipponion inaccessibili

L’affidamento della gestione alle associazioni presenti sul territorio tarda a concretizzarsi. La Soprintendenza archeologica che vigila sull’intera area ha già dato il via libera all’accordo

E’ balzata anche alle cronache nazionali la triste situazione in cui versa il parco archeologico di Vibo Valentia, la cui gran parte dei siti risulta chiusa da anni. La questione è stata sollevata da tempo da alcuni esperti vibonesi: sono seguiti annunci e promesse da parte del Comune – ente in capo al quale è la gestione del parco –, ma pochissimi fatti concreti. Nei giorni scorsi l’assessore Antonella Tripodi aveva espresso la sua intenzione di indire, a brevissimo, una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione, ma non vi è stata convocazione alcuna. E niente di nuovo per quanto concerne la gestione delle aree archeologiche.
Nel maggio 2021 l’Amministrazione comunale, per risollevare le sorti dell’invidiabile patrimonio archeologico che la città vanta, aveva annunciato l’affidamento dei siti ad alcune associazioni operanti a Vibo che ne avevano manifestato la disponibilità: il Sistema Bibliotecario Vibonese avrebbe dovuto avere la gestione del complesso “Santa Chiara” e dell’area del “Cofino”; l’ente Promozione Calabria si sarebbe dovuto occupare dei siti di S. Aloe e delle Mura Greche; l’associazione Electa avrebbe dovuto essere l’affidataria del Castello di Bivona. Ad oggi, però, tali affidamenti non si sono concretizzati: nessuna di queste associazioni è entrata nella disponibilità dei siti loro assegnati.

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