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Catanzaro, 130mila euro per includere i rom: ai domiciliari presidente di un'associazione

L’uomo era il presidente di un’associazione deputata al recupero e al reinserimento di soggetti di etnia rom. Gli venivano soggetti destinati a effettuare lavori di pubblica utilità ma venivano lasciati liberi e senza controllo

Nella giornata del 7 settembre i Carabinieri della Stazione di Catanzaro Lido hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa dal Gip presso il Tribunale Ordinario di Catanzaro nei confronti di Maurizio Caligiuri che, tra il 2016 e il 2022, si è reso responsabile dei reati di false dichiarazioni destinate all’ Autorità Giudiziaria, procurata inosservanza di pena e truffa aggravata ai danni dello stato.

A seguito di una complessa attività di indagine, è emerso che l’uomo, presidente di un’associazione del terzo settore formalmente deputata, tra le altre cose, al recupero e al reinserimento di soggetti di etnia rom della città di Catanzaro, nel tessuto sociale mediante il loro impiego in attività lavorative alternative alla detenzione, tramite attestazioni risultate fittizie avrebbe favorito l’inosservanza della pena a decine di soggetti.
In particolare, all’associazione erano affidati soggetti che, sottoposti a misure alternative di pena come la messa alla prova o l’affidamento in prova, cui far effettuare lavori di pubblica utilità (come la pulizia di aree verdi del quartiere) o attività lavorative esterne, di fatto venivano invece lasciati liberi e senza controllo.
Nel corso dell’attività investigativa, inoltre si accertava come l’associazione avesse partecipato, vinto e fittiziamente rendicontato un bando emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’inclusione scolastica dei cittadini Rom, ottenendo illecitamente una somma pari a 130.000 euro.
Le emergenze investigative hanno permesso di evincere come le attività previste dal bando di fatto non siano state svolte, arricchendo invece illecitamente il presidente dell’associazione.
L’arrestato al termine delle formalità di rito è stato condotto nella propria abitazione nel regime degli arresti domiciliari.
Il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari.

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