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Bici e monopattini, pericoli in centro. Vibo priva di spazi per i ragazzi

Unica pista ciclabile rimane quella di Moderata durant ma il percorso fa discutere

E se le mani sulla città fossero quelle dei bambini? Prendendo spunto dal capolavoro di Francesco Rosi del 1963, viene da chiedersi se quella che può sembrare una semplice provocazione possa rappresentare una nuova prospettiva attraverso la quale dare forma a città a dimensione di bambino. Se ne parla tanto e spesso, ma poi quando si tratta di risparmiare ed operare tagli ai bilanci degli enti locali ad essere trascurate sono soprattutto le categorie deboli, tra cui i minori. Infatti, sebbene tra i diritti riconosciuti dei più piccoli ci sia quello al gioco e al tempo libero, sono scarse le attenzioni rivolte ai più piccoli.
E questo naturalmente non riguarda solo la possibilità di vivere in un ambiente salubre, ma anche di poter svolgere in piena libertà e secondo le proprie preferenze una delle attività più importanti per la crescita: il gioco, lo sport e quindi le corse, i giri in bici. Una città a dimensione di bambino dovrebbe, dunque, tener conto del ruolo delle abitazioni, dei trasporti, delle reti, della governance e, soprattutto, della presenza di aree verdi attrezzate e di piste ciclabili idonee.
E invece l’unico percorso ciclabile in città è stato realizzato a Moderata durant, ma essendo promiscuo, ossia adiacente al marciapiedi riservato ai pedoni, non è da considerarsi completamente sicuro. Neppure la villa comunale è idonea in quanto i vialetti sono scoscesi e le aiuole delimitate da pietre appuntite. Stesso copione all’interno del parco urbano, dove sono presenti dei rialzi su cui, anche a piedi, diverse persone sono inciampate, cadendo rovinosamente.

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