Vista la situazione internazionale è ben motivata la fretta di Eni nel voler riattivare i pozzi di metano nelle acque antistanti Crotone che sono inattivi perchè insabbiati. La multinazionale di stato ha avviato il percorso per ripristinare due pozzi di gas naturale e potenziarne un terzo già esistenti. La Capitaneria di porto, accogliendo le istanze della multinazionale, ha autorizzato la società petrolifera ad eseguire «attività monitoraggio ambientale e rilievi geofisici» a ridosso della piattaforma Hera Lacinia Beaf, dove insiste la concessone del giacimento metanifero, D.C1.AG, risalente al 1973 e che adesso verrà prorogata fino al 2028. Si tratta di operazioni propedeutiche alle nuove perforazioni che il Cane a sei zampe s’è detto intenzionato ad effettuare nei prossimi sei mesi per incrementare la produzione di metano dal giacimento crotonese. Dallo scorso 28 settembre, infatti, è in corso il monitoraggio ambientale del fondo marino (in gergo tecnico denominata botton survey) da parte dell’unità navale Arturo Primo, con la fine delle attività che è fissato al 10 novembre. Mentre ieri hanno preso il via i rilievi geofisici del fondale marino, da concludersi entro il 15 novembre, per mano dell’unità navale Vos Tethys attraverso un veicolo sottomarino che si muoverà fino ad una distanza massima di 500 metri dalla piattaforma Hera Lacinia Beaf.
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