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Limbadi, pressioni al collaboratore di giustizia: si apre un nuovo “capitolo” in Appello

Decreto di citazione in giudizio per sette persone di Nicotera e Limbadi

Nicola Gratteri

Si aprirà il prossimo 9 novembre il processo d’Appello nei confronti dei familiari del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, lo scorso gennaio alcuni condannati in primo grado e altri assolti per presunte pressioni esercitate sul congiunto al fine di indurlo a ritrattare le dichiarazioni rese alla Dda e porre fine alla collaborazione.
In particolare a proporre appello avverso la sentenza del 30 gennaio scorso (quattro condanne e tre assoluzioni) sono stati il pm Andrea Buzzelli, la parte civile rappresentata dal collaboratore (avv. Antonia Nicolini), nonché gli imputati che in primo grado hanno riportato la condanna.
Si tratta di Giuseppe Salvatore Mancuso, di 33 fratello del pentito, attualmente detenuto nella casa circondariale di Palermo. Il 33enne (difeso dall’avv. Francesco Sabatino e dall’avv. Francesco Capria) è stato condannato a 5 anni e 6 mesi per detenzione di armi ed evasione dai domiciliari, mentre è stato assolto per gli altri capi di imputazione relativi alle tentate pressioni sul fratello. Ricorso in appello anche da parte del boss Pantaleone Mancuso, detto l’Ingegnere (avv. Capria) padre di Emanuele e di Giuseppe Salvatore, condannato a un anno e 8 mesi. Analoga condanna riportata in primo grado anche da Giovannina Ortensia Del Vecchio (avv. Capria, avv. Sabatino e avv. Giosuè Bruno Nardo) e Rosaria Del Vecchio (avv. Capria), rispettivamente madre e zia del collaboratore di giustizia. Decreto di citazione in giudizio anche per Desiree Mancuso (avv. Capria e avv. Pietro Antonio Corsaro), sorella del pentito, Giuseppe Pititto (avv. Diego Brancia) e Antonino Maccarone (avv. Francesco Schimio), assolti dal Tribunale di Vibo.

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