Concluse le indagini sull’omicidio di Antonino Loielo, 50 anni di Gerocarne, scomparso nell’aprile del 2017 il cadavere del quale fu trovato, tre anni dopo, sepolto nei boschi delle Preserre. Nel mese di novembre proprio in quell’impenetrabile cimitero delle lupare bianche veniva localizzato il corpo, avvolto in un telo di cellophane e ricoperto da terriccio e dalla scocca di una 500 rossa.
Destinatario del contestuale avviso di conclusione delle indagini preliminari e dell’avviso di garanzia è Walter Loielo, 27 anni di Gerocarne, figlio della vittima e collaboratore di giustizia dal 28 settembre del 2020. Il giovane (difeso dall’avv. Caterina De Luca) è indagato per omicidio aggravato dal fatto di essere stato compiuto contro un familiare e dalla premeditazione, nonché di occultamento di cadavere aggravato in concorso con persone al momento ancora ignote. Secondo gli inquirenti – l’avviso porta la firma del procuratore Camillo Falvo e del sostituto Filomena Aliberti – il figlio di Antonino Loielo «procuratosi le armi e tenendole pronte all’uso» avrebbe esploso contro il padre più colpi d’arma da fuoco colpendolo in zone vitali e procurandogli lesioni mortali.
In particolare a determinare il decesso di Antonino Loielo furono otto colpi di pistola – sparati con un’arma 9x19, una 9x21 e una calibro 7 che lo attingevano al braccio e alla spalla destri e all’emitorace destro e sinistro.
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