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Vibo, Banco alimentare a rischio. Mancano locali e i Comuni non collaborano

Ogni mese le derrate che arrivano su grandi camion collocate dentro un capannone. La struttura (solo temporaneamente) messa a disposizione da un’azienda privata

Aumentano le richieste di aiuto alimentare che in quest’ultimo anno registrano un incremento esponenziale. Ad affrontare il grave disagio sociale è il Banco Alimentare, guidato a livello provinciale da Antonello Murone. Si tratta di una rete di solidarietà che è formata da numerose associazioni del territorio, le quali periodicamente provvedono a stilare un elenco delle famiglie bisognose. Naturalmente ad ogni nucleo viene richiesto di presentare il modello Isee, in modo da verificarne le entrate. Ogni ente a sua volta, inoltra la lista al Banco alimentare che provvede alla distribuzione delle derrate. «Può capitare – spiega Murone – che ci siano ulteriori richieste di soggetti meno abbienti alle quali provvediamo direttamente». Si tratta di centinaia di nuclei familiari che per effetto della crisi non riescono a fare fronte alle spese. «Le forniture – spiega Murone – arrivano una volta al mese. Al 70 per cento si tratta di prodotti Agea, ossia erogati dalla Comunità economica europea». Il rimanente 30 per cento «proviene invece dalle aziende alimentari del territorio e dalla colletta alimentare che quest’anno cade il 26 novembre».
A guardare le cifre, rispetto al 2020, le forniture sono in aumento. Da 307.97,70 chili a un 360.164,09. Anche il valore economico è cresciuto. Da circa 697mila euro a oltre un milione di euro. Tutti i prodotti raccolti vengono posti nel magazzino, catalogati, preparati e smistati a seconda delle esigenze avanzate dalle associazioni delegate alla distribuzione. Un lavoro che coinvolge decine di volontari.

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