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La Cassazione: Pittelli ai domiciliari la sua salute incompatibile con il carcere

Le motivazioni con cui la Corte ha annullato l’aggravamento della misura decisa dal Riesame. Ora gli atti torneranno al Tribunale per una nuova pronuncia

L’avvocato Giancarlo Pittelli non può tornare in carcere per le sue condizioni di salute. È quanto emerge dalla lettura delle motivazioni della decisione con cui la Cassazione nel luglio scorso ha annullato (ma con rinvio) l’ordinanza con cui il Riesame di Catanzaro aveva accolto la richiesta della Dda per aggravare la misura cautelare nei confronti dell’ex senatore. La difesa di Pittelli, rappresentata dagli avvocati Salvatore Staiano e Giandomenico Caiazza, nel loro ricorso avevano posto in rilievo le condizioni di salute di Pittelli, ritenute incompatibili con la custodia inframuraria. Ma, secondo la Cassazione, questa parte era stata, «in modo incongruo, espunta sostanzialmente dalla valutazione compiuta dal Tribunale, in quanto il fatto che il primo giudice, investito dell’istanza di revoca o sostituzione della misura, avesse deciso di accogliere la stessa ritenendo dimostrato l’affievolimento delle esigenze cautelari, senza valutare, almeno per esplicito, le condizioni psicofisiche dell’imputato, non abilitava i giudici dell’appello cautelare a escludere dalla loro disamina la valutazione relativa alla causa di attenuazione addotta dall’istante, ossia il dedotto peggioramento del suo stato di salute». I giudici romani sottolineano che il Tribunale del Riesame avrebbe dovuto valutare gli atti e la documentazione sanitaria che la difesa di Pittelli aveva allegato all’istanza. «I giudici dell’appello cautelare - scrive la Cassazione - avrebbero potuto e dovuto esaminare quegli atti: e non lo hanno fatto».

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