Non c’è indagine che tenga. Nonostante le pressioni investigative delle Procure di Vibo Valentia e Lamezia Terme i depuratori consortili di Pizzo e San Calogero restano ancora da completare. La scesa in campo del procuratore Camillo Falvo nel gennaio scorso, aveva fatto ben sperare. Si pensava che dopo 11 anni di attesa i due impianti sarebbero entrati in funzione. Così non è stato per l’inerzia che sarebbe da addebitare alla macchina burocratica, soprattutto, della Regione. Un paradosso considerato che il presidente Roberto Occhiuto ha da subito assicurato priorità assoluta alla grave emergenza depurativa in Calabria.
Per la realizzazione della struttura ubicata nel territorio di Francavilla Angitola, di cui Comune capofila è Pizzo, sono stati spesi oltre 3 milioni di euro. L’impianto, una volta realizzato, oltre alle acque reflue di Pizzo, dovrebbe depurare i liquami fognari di Filadelfia e Maierato. Per realizzare parte del depuratore sono stati spesi circa 3 milioni di euro. Una cifra ingente messa a disposizione della Regione tantissimi anni fa.
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