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Dialisi, concorsi e progetti fermi: il Centro di Vibo ostaggio della burocrazia

Lo Jazzolino resta sotto i riflettori e la carenza di sanitari si ripercuote in tutti i reparti

Decadente, vetusto, fatiscente. L’ospedale Jazzolino non versa in buona salute ormai da anni. Le criticità strutturali e organizzative rappresentano l’emblema di un presìdio ormai al collasso. Il personale ridotto all’osso, la carenza di posti letto, la mancanza di risorse, l’aumento della possibilità di errori in ragione di turni estenuanti. E poi c’è il capitolo concorsi e nuove assunzioni. Un capitolo tutt’altro che chiuso e che ormai da anni si ripropone con il solito refrain: nessuno vuole partecipare.
Così restano vacanti posti importanti tra cui quello di Nefrologia e dialisi. Il bando è stato pubblicato da oltre un anno, ma per questioni burocratiche l’iter è rimasto in sospeso. «Siamo in dirittura d’arrivo» spiegano i medici del Centro dialisi dello Jazzolino. Ma a preoccupare i pazienti sono le tante criticità più volte segnalate. Non ci sono accessi protetti per come prevede la normativa anti Covid e per come è prescritto ai pazienti nefropatici. I locali sono, infatti, condivisi con l’ambulatorio di endoscopia digestiva. Nel lungo corridoio che porta alla sala dialisi ci sono, inoltre, diversi ambulatori e un transito ininterrotto di personale e pazienti che con la Nefrologia non ha nulla a che fare. Resta sulla carta anche il progetto di dialisi territoriale che prevede un’aggiunta di dieci posti letto.

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