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Crotone, il brutale pestaggio a Davide Ferrerio. Si aggrava la posizione delle due donne

Davide Ferrerio

Si aggrava la posizione delle due donne coinvolte nell’aggressione al giovane Davide Ferrerio, il ragazzo bolognese di 20 anni ridotto in fin di vita a calci e pugni lo scorso 11 agosto, mentre si trovava in vacanza a Crotone con la famiglia, originaria della città, e attualmente in coma all’ospedale Maggiore di Bologna. Per quel brutale pestaggio, il giorno successivo, è finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio Nicolò Passalacqua, 22enne di Colleferro ma residente a Crotone, che avrebbe scambiato Davide per un’altra persona, un uomo che da qualche tempo intratteneva rapporti sui social con la sua fidanzatina la quale, la sera dell’11 agosto, gli aveva dato appuntamento in una via del centro cittadino con la scusa di volerlo conoscere di persona. A quell'appuntamento, però, si presentarono Passalacqua, la sua ragazza, una minorenne di 17 anni, e la mamma, una donna di 41 anni, oltre ad altri componenti della famiglia. Le due donne, mamma e figlia, dopo la brutale aggressione a Davide, scambiato per lo spasimante dei social, sono state iscritte sul registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento per aver aiutato Passalacqua a dileguarsi.

Le indagini condotte dagli investigatori della squadra Mobile nei mesi successivi al pestaggio avrebbero consentito di raccogliere elementi tali da far ritenere che il loro contributo all’aggressione sia stato attivo e consapevole tanto che, su richiesta della procura della Repubblica di Crotone, il giudice delle indagini preliminari ha emesso nei loro confronti una misura cautelare con l’accusa di concorso in tentato omicidio. La mamma è finita in carcere mentre la figlia minorenne è stata ristretta in una casa famiglia.

Determinanti per le indagini sono stati l’esame delle persone informate sui fatti, l’intercettazione di conversazioni e comunicazioni, i sopralluoghi e le misurazioni, l’esame del contenuto dei cellulari sequestrati agli indagati, l’analisi delle immagini degli impianti di sorveglianza e dei lettori delle targhe installati nel territorio di Crotone. Il Gip di Crotone non ha invece ritenuto sufficienti gli indizi raccolti a carico di un’altra persona presente sul luogo dell’aggressione. «E' doveroso segnalare - informa una nota della Questura di Crotone - che la persona a bordo del ciclomotore più volte indicata sugli organi di stampa come il soggetto che avrebbe provocato l’aggressione, è totalmente estranea alla vicenda, trattandosi di un soggetto che casualmente in quei momenti transitava nei pressi del Palazzo di Giustizia di Crotone, al pari di altri utenti della strada».

 

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