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Rogo mortale a Catanzaro, sopralluogo nella casa: verifiche su impianti ed elettrodomestici

Proseguono gli accertamenti della Procura sull’incendio che ha causato la morte di tre fratelli

Investigatori, consulenti e avvocati torneranno il prossimo 21 novembre nella casa di via Caduti XVI marzo 1978 teatro del rogo in cui hanno perso la vita i tre fratelli Saverio, Aldo e Mattia. Ieri mattina il sostituto procuratore Francesco Bordonali ha conferito l’incarico al nuovo consulente, un docente dell’Università della Calabria specialista in ingegneria elettrotecnica. Nel sopralluogo del 21 novembre il professionista incaricato dalla Procura dovrà provare a sciogliere gli interrogativi che ancora persistono sull’origine delle fiamme. Più in particolare il pm ha chiesto di accertare se l’innesco del rogo sia scaturito da fenomeni elettrici. Ossia se vi fosse nell’appartamento dei Corasoniti delle apparecchiature di protezione dell’impianto elettrico, come il “salvavita”; oppure se le fiamme siano state scatenate da prolunghe male utilizzate o da scariche elettriche provocate dal malfunzionamento o dal surriscaldamento di apparecchi elettrici. Ma i quesiti del sostituto procuratore riguardano anche la possibilità che l’incendio sia stato determinato o favorito dall’azione di qualcuno. Domande a cui gli inquirenti provano a dare risposte certe dalla tragica notte del 22 ottobre. Al sopralluogo parteciperanno anche i consulenti scelti dagli avvocati che rappresentano i familiari delle vittime.
Negli ultimi giorni gli inquirenti hanno potuto raccogliere le testimonianze del papà Vitaliano Corasoniti, sentito due volte dai carabinieri, e del figlio Antonello. Entrambi hanno lasciato l’ospedale Pugliese dove si trovavano dalla notte del 22 ottobre prima nel reparto di Rianimazione e poi padre e figlio sono stati trasferiti in Medicina d’urgenza e Pediatria. Si attende invece il ritorno a casa di Rita Mazzei la madre dei ragazzi che si trova ricoverata nel centro grandi ustionati di Bari. Anche la donna è stata ascoltata dagli investigatori. L’intera città si augura di poter presto riabbracciare la bimba di dieci anni che si trova ricoverata a Napoli.

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