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Depurazione a Vibo, un “colabrodo” inquinante. La Provincia ora attiva un tavolo tecnico

Il presidente Solano: «Abbiamo le mani legate perché non possiamo effettuare i controlli. Gli slogan di Occhiuto che pensa di risolvere tutto con i droni sono fumo negli occhi Per risolvere il problema occorrono una programmazione seria e risorse finanziarie»

«I disastri ambientali provocati dalla cattiva depurazione sono dovuti esclusivamente agli impianti obsoleti che si trovano, soprattutto, sul litorale costiero. Gli slogan del presidente della Regione, che pensa di risolvere i problemi atavici del sistema depurativo con i droni, è soltanto fumo negli occhi. Per rimettere in moto la macchina depurativa in ambito provinciale e regionale occorrono programmazione seria, progetti ad alta tecnologia e investimenti milionari che purtroppo ancora non abbiamo visto. Si stanno facendo soltanto parole. Per dare risposte concrete a tutti gli imprenditori turistici che operano sulla fascia costiera occorre proteggere l’ecosistema marino dall’inquinamento di liquami fognari».
È quanto ha sostenuto il presidente della Provincia Salvatore Solano il quale ripetutamente ha attivato diversi tavoli tecnici che nel corso del tempo hanno perso la loro efficacia proprio per la totale mancanza di programmazione e progettazione. «Parliamo di droni – ha aggiunto Solano – quando ancora ci sono decine di Comuni nella provincia di Vibo Valentia che scaricano i loro liquami nelle fiumare che poi vanno a finire direttamente a mare. In queste condizioni come si può sperare di avere un mare pulito? Purtroppo c’è pochissima collaborazione tra gli attori preposti ai controlli e al funzionamento delle piattaforme depurative. Siamo – ha proseguito – con le mani legate. Chiediamo agli amministratori comunali la documentazione per il rilascio dell’autorizzazione allo scarico ma non ci viene, il più delle volte, neanche presentata. Di fronte a questa situazione come facciamo a dare la certificazione prevista dalla normativa vigente? Di fronte ai disastri ambientali che provocano i fiumi Angitola, Mesima e le decine di torrenti che sversano le loro acque a mare non abbiamo neanche la polizia locale per effettuare i dovuti controlli. Ci è stata levata anche questa possibilità».

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