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Depurazione, quindici comuni del Vibonese sono sprovvisti di impianti

Il dato è di dominio pubblico ma non si interviene con progetti realmente finanziati

Sul sistema depurativo provinciale si deve passare alle maniere forti dopo la dura presa di posizione del presidente della Provincia Salvatore Solano il quale ha delineato una situazione disastrosa che solo le Procure di Vibo Valentia e Lamezia Terme possono risolvere. Mentre i droni messi in campo dalla Regione sorvolano il territorio calabrese, per rilevare eventuali fonti di inquinamento, i fiumi Mesima e Angitola continuano a vomitare a mare tonnellate di liquami fognari che vengono scaricati nei loro alvei da decine di comuni montani e dell’entroterra vibonese che sono sprovvisti di impianti di depurazione.

A rendere la situazione più esplosiva non solo gli scarichi di aziende (per lo più agricole e zootecniche) ma anche impianti sottodimensionati (San Calogero) o non funzionanti (Zungri) che scaricano di tutto e di più nei fossi o addirittura nei canali di irrigazione. Di recente i Carabinieri forestali sono dovuti intervenire, pesantemente, nelle campagne di Briatico e Potenzoni dove i liquami confluivano nel bacino di irrigazione. Allarmante resta la situazione a Pizzo in località Colamaio e in molti altri centri della provincia, sia della costa sia dell’entroterra.

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