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Vibo, fonti inquinanti sempre sotto tiro. Scattati sequestri nel settore oleario

Sospesa un’attività e riscontrata la presenza di alcuni scarichi abusivi. Due le denunce per violazione delle norme ambientali e multe salate

Salvaguardia dell’ambiente e tutela ambientale rimangono una priorità per la Procura e per i Carabinieri, perché anche se i recenti controlli non hanno interessato gli impianti di depurazione, gli stessi sono stati effettuati sempre per contrastare eventuali forme di inquinamento. Una mission – che ha come obiettivo non solo la tutela ambientale ma anche la salute pubblica – in più occasioni ribadita sia dal procuratore Camillo Falvo, sia dal comandante della Legione, Pietro Salsano.
E così mentre si cerca di dipanare la matassa della depurazione “colabrodo”, degli impianti privi di autorizzazione allo scarico e del fitto reticolo di condotte obsolete e di scarichi abusivi, i militari del Comando provinciale, del Gruppo Forestale e del Nil di Vibo, si sono mossi su un altro fronte: quello legato alle attività che operano nel settore oleario. L’avvio della stagione della raccolta delle olive, infatti, rende particolarmente importante il monitoraggio dei numerosi frantoi presenti nella provincia in quanto le varie fasi di lavorazione e trasformazione della materia prima devono essere autorizzate e devono rispondere a specifici criteri fissati dalle normative ambientali e di settore.
Attività che si è conclusa con la segnalazione di due persone all’autorità giudiziaria per presunte violazioni alla normativa ambientale, con la sospensione di un’attività imprenditoriale e con il sequestro di due bypass artigianali, di circa 200 chilogrammi di pellet e di circa un quintale di nocciolino di ulivo. Al contempo sono state elevate sanzioni per quasi 15mila euro.

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