Dieci condanne, di cui due patteggiate, per oltre 21 anni di carcere; e poi le assoluzioni di Raffaela Lavigna, Rocco Devona e Rosario Caracciolo. Così ha deciso ieri il giudice per le udienze preliminari di Catanzaro, Antonio Battaglia, al termine del procedimento di rito abbreviato nato dall’inchiesta “Turos” della Direzione distrettuale antimafia, che ipotizza un presunto giro di usura ed estorsioni che sarebbe avvenuto all’ombra della cosca Grande Aracri di Cutro. Inoltre, il gup ha anche escluso l’aggravante della finalità ‘ndranghetistica che veniva contestata a nove dei 13 imputati finiti sotto accusa. Si spiega così il ridimensionamento delle pene inflitte rispetto a quelle chieste dalla pubblica accusa.
Con l’operazione scattata il 27 ottobre 2021 con l’esecuzione di cinque arresti, la Guardia di finanza di Crotone ha smantellato una presunta rete di “strozzini” ritenuta contigua al clan cutrese, per la loro «vicinanza» a «personaggi dallo spessore criminale non di poco conto», oltre che per la presenza di «soggetti contigui alla consorteria cutrese».
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