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Vibo, all'ospedale “Jazzolino” è ormai allarme sicurezza

Si moltiplicano le aggressioni agli operatori in servizio nell’ospedale di Vibo Valentia. Indagini incorso sull’ultimo episodio. Loizzo e Lo Schiavo invocano il ritorno dei posti fissi di polizia nelle strutture sanitarie

L’ennesimo episodio di violenza nell’ospedale Jazzolino di Vibo pesa come un macigno su un presidio sempre più “svuotato”, in attesa che il nuovo presidio venga costruito. E comunque, l’aggressione a colpi di stampelle che ha visto vittime la dottoressa Tiziana Sacco e il dottor Antonio Loiacono, rispettivamente, una nefrologa ed un anestesista del nosocomio, ha lasciato il segno. Tanto che gli investigatori, nel giro di meno di 48 ore avrebbero individuato il presunto responsabile. Si tratterebbe di un settantenne, con precedenti penali, giunto in ospedale a scatenare la propria rabbia, insieme ad altre persone, per la scomparsa di un congiunto di 48 anni, spirato allo Jazzolino, dopo che i medici hanno combattuto per circa 10 ore nel tentativo di sottrarlo al suo infausto destino.
Episodi che si ripetono, insomma, dopo che nei mesi scorsi altri due medici, una nel Pronto Soccorso e l’altro nel reparto Covid, erano stati colpiti dai parenti di pazienti ricoverati. Addirittura, nell’area dell’Emergenza-Urgenza, dove il personale è ormai ridotto all’osso, da tempo si chiede una maggiore attenzione per evitare che minacce quotidiane possano ripetersi.

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