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Rocca di Neto, i Corigliano “investigatori” per conto del boss Megna

Chiese loro di scoprire l’autore d’un furto a Papanice Ieri gli interrogatori dal gip

Mico Megna

I rocchisani facevano anche da “investigatori” per il boss di Papanice Mico Megna. Un curioso aneddoto emerge dal provvedimento di fermo emesso nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro che ha disarticolato la cosca Corigliano-Comito di Rocca di Neto, capace di radicarsi anche negli Stati Uniti.
L’episodio attenzionato dai poliziotti della Squadra mobile di Crotone che hanno condotto le indagini, riguarda il furto di una motopompa avvenuto nella frazione di Crotone a settembre 2021. L’apparecchio sottratto è dell’autista dell’anziano capobastone (che ha già scontato una condanna definitiva per associazione ‘ndranghetistica). E Megna si rivolge ai rocchisani per cercare di recuperare il maltolto non tanto perché «ci tenesse per la vittima – osservano pm Paolo Sirleo e Domenico Guarascio nel decreto di fermo - quanto piuttosto per l’onta recata da un evento commesso a Papanice, senza che lui ne sapesse nulla».

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