Eni Rewind è pronta a mettere mano alla barriera idraulica posizionata in acqua davanti alle due discariche a mare ex Fosfotec ed ex Pertusola e all’area ex Agricoltura, tutte da bonificare e tutte ricomprese nel Sito di interesse nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara.
Il proposito è una conseguenza della siccità che potrebbe causare anche problemi ai pozzi di pertinenza della barriera che protegge il mare dalle sostanze contaminanti. «A causa del prolungato periodo di assenza di precipitazioni che perdura dallo scorso inverno», si legge nella variante progettuale redatta dalla società subentrata a Syndial nella proprietà delle zone industriali dismesse, i 54 pozzi di cui è formata la stessa barriera idraulica stanno captando bassi volumi d’acqua di falda contaminata da trasportare al Corap (Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive) per la depurazione, incamerando invece notevoli quantità d’acqua di mare che però non necessita di essere trattata.
«L’avanzamento del cuneo salino, se non mitigato – è il timore manifestato dalla società che fa capo all’Eni – comporta diversi inconvenienti, tra cui problemi di accettabilità delle acque emunte da parte del Corap, il malfunzionamento delle pompe installate presso i pozzi della barriera idraulica ed il peggioramento generalizzato della qualità della risorsa idrica». Si spiega così la decisione dell’azienda multinazionale di chiedere la possibilità di intervenire sulla portata delle pompe installate per ridurre la loro capacità di drenaggio dell’acqua di falda rispetto a quella prevista e attuata col Piano operativo di bonifica (Pob) varato nel 2015.
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