Le dichiarazioni di ospitalità, così come le certificazioni di attività lavorativa, i contratti di affitto e i certificati di residenza, sarebbero stati contraffatti per ingannare sia i funzionari degli uffici immigrazione delle Questure di Catanzaro e Forlì, sia i componenti della Commissione territoriale di Crotone, al punto da indurli a rilasciare agli immigrati permessi di soggiorno falsi. È il presunto sistema fraudolento scoperto dalla Procura di Crotone con l’inchiesta “Ikaros 2” che vede coinvolte 62 persone, tra cui un 40enne originario di Reggio Calabria ma residente a Crotone e altre 61 persone di nazionalità afghana, pachistana e irachena. Gli accusati, è scritto nell'avviso conclusione indagini firmato dal pm Alessandro Rho, devono rispondere di violazione delle norme sull'immigrazione per aver favorito la permanenza illegale degli stranieri in Italia e falso. L'attività investigativa ha preso le mosse dal troncone principale di “Ikaros”, venuto alla luce il 17 febbraio 2021 con l’esecuzione di 24 arresti da parte dei poliziotti della Squadra mobile di Crotone, che lo scorso 15 luglio ha portato a nove condanne inflitte dal Tribunale di Crotone.
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