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La Cedu ratifica accordi Governo-imprese, danni a enti di Crotone

Cause intentate per somme non pagate da Asp, Provincia e Soakro

Corte europea dei diritti umani di Strasburgo

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) di Strasburgo ha deciso una ventina di cause intentate contro l’Italia ratificando una serie di accordi fra un gruppo di imprese crotonesi e il Governo: Palazzo Chigi ora ha meno di due mesi per pagare i danni morali e soprattutto far pagare i crediti vantati verso l’Azienda sanitaria, la Provincia e Soakro, la società pubblica che gestiva il servizio idrico prima di fallire lasciando all’asciutto centinaia di dipendenti e di fornitori. I ricorsi cancellati dal ruolo europeo valgono circa 3 milioni di euro.

La Corte di Strasburgo ha il potere di condannare gli Stati a pagare alle imprese e ai cittadini i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione ma può anche intervenire facendo gravare sul Governo la pendenza di società controllate fallite senza pagare i debiti. Su queste basi, da Crotone sono partiti un centinaio di ricorsi introdotti dall’avvocato Francesco Verri per il «recupero» di decine di milioni di euro. Alcune sono finite, altre saranno decise a breve. Nelle cause finite, la Corte ha proposto al Governo e ai ricorrenti un accordo: entro il 15 marzo Roma dovrà fare in modo che gli enti locali paghino i crediti congelati o che sembravano perduti. Entro la stessa scadenza, il Governo dovrà liquidare anche i danni morali. Nell’attesa, la Corte europea ha cancellato le cause dal ruolo. Ma, così come prevede il regolamento, è pronta a reiscriverle se lo Stato non rispetterà l'impegno assunto. In questo caso, l’esito si può considerare scontato: il Governo sarà condannato a pagare i crediti al posto degli enti periferici.

La decisione della Corte di Strasburgo coinvolge anche l’Azienda sanitaria provinciale di Crotone che dovrà pagare i crediti vantati da cliniche, laboratori, farmacie nonostante il decreto Calabria e l’impignorabilità delle casse della sanità fino al 31 dicembre 2023. La giustizia internazionale, infatti, non tollera ritardi superiori all’anno e due mesi e considera il mancato pagamento una violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

 

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