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Catanzaro, giudici trasferiti: deciderà il Tar

Impugnata la decisione del Csm che aveva dichiarato la loro incompatibilità per la cena a casa Pittelli. I ricorsi di Perri e Scuteri: illegittima la trascrizione dei dialoghi con l’ex senatore. Oggi il plenum dovrà decidere se chiedere all’Avvocatura dello Stato di costituirsi

La sede del Tar di Reggio Calabria

Si sposta nelle aule del Tar del Lazio la battaglia legale dei giudici Giuseppe Perri e Pietro Scuteri contro il trasferimento deciso dal Csm per incompatibilità ambientale. I due magistrati, in servizio alla Corte d'Appello di Catanzaro, stando a quanto deciso da Palazzo dei Marescialli il 23 novembre scorso dovranno svolgere le loro funzioni lontano dalla Calabria perché parteciparono, nel marzo del 2018, alla «cena per soli uomini» a casa dell’avvocato Giancarlo Pittelli, poi coinvolto con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito della maxi inchiesta Scott Rinascita. Le due toghe hanno impugnato i provvedimenti del Csm chiedendo alla magistratura amministrativa di annullare quei trasferimenti.

Le tesi dei due giudici

Nel ricorso presentato Perri e Scuteri sostengono che vi sarebbero violazioni delle norme nelle procedure che hanno portato al loro trasferimento. Innanzitutto lamentano che l'atto con cui è stata disposta la proroga della procedura a loro carico sarebbe illegittima. Nel ricorso si ricorda che il regolamento del Csm stabilisce che la «fase conoscitiva ed istruttoria debba concludersi entro sei mesi dall’apertura della pratica, termine questo che può essere prorogato, in caso di “motivata grave necessità” per non più di una volta e per un periodo massimo di tre mesi».

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