«Zio Mico comanda tutto, pure Crotone», «Fa piovere e nevicare.. fa piovere e nevicare». Così parlava il 46enne di Rocca di Neto, Pietro Marangolo, fermato il 19 dicembre scorso con altre 17 persone nel blitz disposto della Dda di Catanzaro contro la cosca Corigliano-Comito di Rocca di Neto. Marangolo, considerato organico al clan, «celebrava» con un suo amico la caratura criminale del boss di Papanice, Mico Megna.
La conversazione è contenuta negli allegati del provvedimento restrittivo emesso nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura antimafia che ha smantellato il clan rocchisano che sarebbe capeggiato dal 55enne Pietro Corigliano. Nella stessa indagine il capobastone di Papanice è indagato a piede libero con l’accusa di estorsione. Il dialogo, considerato di portata investigativa, è stato captato dai poliziotti della Squadra mobile di Crotone il 26 febbraio 2022, mentre Marangolo insieme al sodale si stanno recando in macchina a casa del boss di Papanice, nella frazione collinare. «Lo zio Mico si dà da fare lo vedi? – le parole di Marangolo - Ha settantatré anni però! Sembra uno di settantatré anni?, ha fatto trent'anni di galera... trentacinque anni!». Marangolo, annotano gli inquirenti, «sottolineava la piena operatività di Domenico Megna con una semplice metafora»: «È un'ape da miele (ovvero, “è un mafioso operativo che ancora conta”)». E poi: «(Te lo immaginavi) Più vecchio? – dice l’indagato - Hai visto che persona? è un'ape da miele... è una persona che davvero... hai visto come ci scherza uno? Quanto gliene dico? È una persona davvero...».
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