Il gruppo Aloisio-Giardino, attivo tra Milano e Varese, sarebbe stato in grado di mettere in piedi un sistema di «subappalti mascherati» per l’affidamento dei lavori di «armamento e manutenzione» della rete ferroviaria italiana che, durante gli anni 2014-2020, avrebbe coinvolto anche le grandi società appaltatrici nazionali, alle quali veniva fornita la manodopera da parte di aziende che sarebbero riconducibili agli uomini della cosca Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto.
Adesso ne è convinta non solo la Dda di Milano ma anche il Tribunale meneghino che ieri, al termine del giudizio con il rito abbreviato, ha condannato i 14 imputati (con pene inferiori rispetto a quelle sollecitate dalla pm Bruna Albertini) coinvolti nell’inchiesta della Procura antimafia di Milano sulle presunte infiltrazioni del clan isolitano negli appalti assegnati in tutto il Paese da Rete ferroviarie italiane (parte offesa del procedimento).
Associazione per delinquere, distruzione di documenti contabili, bancarotta fraudolenta e truffa, tutti reati aggravati dal metodo ‘ndranghetistico, sono le contestazioni mosse a vario titolo agli accusati.
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