«Tu stai lavorando con un portafoglio che non è il tuo e per giunta… ha un costo questo portafoglio!... quello è il discorso! Un costo… per giunta che tu devi onorare». A parlare è Mario Esposito, il principale indiziato dell’operazione “Krimata” coordinata dalla Dda di Catanzaro che è venuta alla luce ieri con l’esecuzione di sei misure cautelari (ne riferiamo anche a pagina 18).
Il 69enne, già condannato in passato per aver fatto parte della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, si rivolgeva così alla presunta vittima di un prestito elargito a tassi usuraio. Il malcapitato gli palesava delle difficoltà nel restituire le somme ricevute.
L’inchiesta, condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Crotone, avrebbe infatti fatto luce non solo sull’esistenza di una presunta associazione a delinquere finalizzata a commettere reati fiscali e contabili. Nel mirino di Procura antimafia e finanzieri, è finito anche un presunto episodio di usura e di tentata estorsione. Nello specifico, gli inquirenti hanno ricostruito la vicenda di un imprenditore di Crotone che nel 2019 si rivolse ad Esposito per avere il denaro necessario per riappropriarsi dei locali della sua azienda, in particolar modo un capannone, che nel frattempo era stata messa all’asta dalla curatela fallimentare.
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