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Catanzaro, inchiesta Basso profilo: Cesa sentito in aula. "Non ho mai aiutato Antonio Gallo"

Udienza importante nel processo che ha svelato gli intrecci tra clan, politica e imprenditori

«Non mi sono mai adoperato per l’imprenditore Antonio Gallo e anzi non sarei in grado di riconoscerlo». Questo in sintesi quanto detto ieri dal deputato e segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa sentito come testimone nel processo scaturito dall’inchiesta Basso profilo. Un’indagine che aveva inizialmente coinvolto lo stesso politico che incontrò alcuni degli indagati a Roma. Cesa ieri, rispondendo alle domande della pubblica accusa e del collegio difensivo, ha confermato l’incontro ma ha spiegato che si parlò di temi politici con due esponenti del suo stesso partito ossia l’ex assessore regionale Francesco Talarico (condannato a 5 anni in primo grado) e l’ex consigliere comunale di Catanzaro Tommaso Brutto. Nessuna richiesta, ha sostenuto Cesa, fu avanzata a lui per favorire in qualche modo Gallo. Il pubblico ministero in aula ha infine richiesto l’esame di altri due collaboratori di giustizia Massimo Colosimo e Tommaso Rosa e l’udienza è stata aggiornata a venerdì prossimo.
Il segretario dell’Udc era stato raggiunto da un avviso di garanzia con contestuale perquisizione il 21 gennaio del 2021 con l’ipotesi di associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso. Secondo l'originaria accusa nel 2017 quando era europarlamentare Cesa si sarebbe impegnato ad appoggiare l’imprenditore calabrese Antonio Gallo elemento centrale dell'inchiesta e ritenuto contiguo ai clan crotonesi. In particolare le indagini avevano registrato un incontro a Roma tra il politico e l'imprenditore. A novembre del 2021 però il gip accogliendo la richiesta della Dda di Catanzaro ha archiviato ogni accusa.

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