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Catanzaro, la “partita” sul restyling dello stadio: in campo anche la Corte dei conti

Il Comune chiamato a fornire tutta la documentazione dal 2012 ad oggi

Non sono soltanto i contenziosi pendenti a far addensare nubi sulle finanze di Palazzo De Nobili. Accanto a cause milionarie si inserisce infatti anche l’attenzione della Corte dei conti che ha acceso i riflettori sulla vicenda legata ai lavori da 5 milioni di euro per il restyling dello stadio “Ceravolo” e quindi a tutto il percorso amministrativo infine sfociato in un contenzioso con la ditta che ha eseguito quei lavori, tra i quali la costruzione della palazzina.
I magistrati contabili della sezione giurisdizionale hanno inviato al Comune una richiesta di documentazione che riguarda l’intero fascicolo dei lavori, che riguarda l’amministrazione Abramo dell’epoca e l’apparato dirigenziale competente fino all’attualità. Delibere e determinazioni approvate nel corso degli anni, gli atti relativi al pignoramento e l’opposizione a esso approvata dall’amministrazione comunale in carica dovranno quindi essere inviate alla Corte che farà le sue valutazioni e adotterà eventuali provvedimenti se ritenuto necessario. La questione è del resto delicata. Finora lo è stato solo dal punto di vista strettamente finanziario, si capirà nei prossimi mesi se lo sarà anche da altri punti di vista in termini di responsabilità.
La battaglia legale attualmente in corso è quella che vede il Comune opporsi alla richiesta di pignoramento avanzata dalle ditte appaltatrici per quasi 1,5 milioni di euro. La Giunta Fiorita ha deciso di procedere in tale direzione lo scorso 23 agosto, per tutelarsi da eventuali errori nella rendicontazione dell’intervento finanziato con fondi Pac. Al centro della disputa l’accordo bonario prima sottoscritto dalla precedente amministrazione e poi disconosciuto tra il 2020 e il 2021, quando, in agosto, la Giunta Abramo approvò prima l’accordo per poi, l’anno successivo, su parere dell’Avvocatura, procedere all’annullamento di quell’atto in autotutela. Un pasticcio del quale ancora non si è riusciti a venire a capo e sul quale ha ora deciso di affondare le mani la Corte dei Conti.

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