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Strage di Cutro, tra 27 e 47 le persone ancora disperse in mare dopo il naufragio

Sono tra 27 e 47 le persone ancora disperse del naufragio avvenuto domenica a Steccato di Cutro. È quanto emerso nell’ultima riunione del Centro coordinamento soccorsi aperta in Prefettura a Crotone sulla base delle stime delle forze dell’ordine. Le ricerche, coordinate dalla Direzione marittima di Reggio Calabria, proseguiranno ad oltranza per tutto il fine settimana con mezzi aerei, navali, nucleo di sommozzatori e con il personale a terra di Guardia costiera, Questura, carabinieri, Guardia di finanza, Vigili del fuoco e Protezione civile. Le condizioni meteo, in peggioramento, potrebbero rendere difficoltose le ricerche.

Da superstiti e parenti ultimo saluto vittime

Un ultimo momento di preghiera e raccoglimento davanti alla bare delle vittime del naufragio di domenica scorsa a Steccato di Cutro è stato concesso ai sopravvissuti ed ai parenti delle vittime in concomitanza con il venerdì di preghiera dei musulmani. Poi il palazzetto dello sport di Crotone, dove sono sistemate le 68 bare dei morti fino ad ora recuperati, ha chiuso l’accesso al pubblico e vi è rimasta solo la polizia scientifica che sta ancora lavorando all’identificazione di alcuni cadaveri.

Parenti e sopravvissuti si sono avvicinati alle bare dei loro cari ed hanno sostato in silenzio recitando le preghiere dal Corano. Tanti hanno abbracciato le bare. Presenti anche alcuni bambini che nel naufragio hanno perso i genitori. Tutti erano assistiti dagli psicologi di Medici Senza Frontiere, Croce Rossa Italiana ed Intersos. Dopo l’ultimo saluto si è svolta la preghiera del venerdì nella moschea di Cutro.

Conte: "Con il mio governo nessuno restava in mare"

«Questa è una tragedia: non rispondo a chi vuole meschinamente strumentalizzarla a fini politici. Il regolamento delle Capitanerie di porto sui soccorsi in mare redatto durante il mio governo Conte 2 parla chiaro: le persone in mare vanno salvate». Così Giuseppe Conte, rispondendo alla domanda se durante i suoi governi abbia cambiato le regole di ingaggio per i salvataggi in mare dei migranti nel senso restrittivo. Conte è tornato sulla tragedia di Crotone: «su questo disastro ci aspettiamo che intervenga Meloni a fare chiarezza sulle responsabilità dei ministri. Devono spiegare perché quelle persone non sono state salvate"

Salme da rimpatriare

Il Centro coordinamento soccorsi della Prefettura di Crotone ha rinviato a lunedì la decisione per l’espatrio delle salme di alcune delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro. E’ ancora in corso una ricognizione per i nullaosta e soprattutto serve coordinare le procedure con la Farnesina per le vittime afghane, che sono la maggior parte, che dovranno essere rimpatriate. La polizia scientifica di Crotone ha identificato fino ad ora 56 delle 68 salme. Un lavoro svolto anche attraverso videochiamate alle famiglie nei Paesi di origine. Il comune di Crotone - ascoltata anche l’Azienda sanitaria - ha dato la disponibilità a tenere le salme nel Palamilone finché non saranno espatriate o tumulate. E’ emersa anche la disponibilità del Governo di farsi carico dei costi. Dal punto di vista burocratico il comune competente a cui presentare le richieste è quello di Cutro, nel cui territorio è avvenuta la tragedia, ma il comune di Crotone si è reso disponibile a fare da ausilio attivando un presidio per agevolare le famiglie che altrimenti dovrebbero recarsi a Cutro. Finora al settore servizi sociali di Crotone sono arrivate 7 richieste per il trasferimento delle salme, mentre 15 sono state raccolte dalle associazioni del terzo settore che si occupano di immigrazione. L’Unchr, invece, sta raccogliendo le richieste dei parenti delle vittime che sono sopravvissuti al naufragio per il trasferimento delle salme nei Paesi di origine.
Per quanto riguarda le salme ancora non identificate il comune di Crotone ha messo a disposizione 8 loculi (5 nel capoluogo e 3 nella frazione Papanice), mentre nei 27 comuni della provincia ci sono 56 loculi disponibili. Tanti privati hanno messo a disposizione le loro cappelle. Una volta ottenuti i nulla osta verranno tumulate subito le bare dei minori senza nome. La salma di una bambina non identificata - la cui bara è contrassegnata con la sigla Kr14f9 - verrà sepolta nel Comune di Catanzaro come era stato chiesto del sindaco Nicola Fiorita. Infine il governo ha chiesto ai comuni di Cutro e Crotone di quantificare somme spese per sostenere l’emergenza per poterle rimborsare.

La richiesta a Mattarella

La richiesta più pressante al presidente Sergio Mattarella da parte dei familiari delle vittime è stata di aver aiuto per il rimpatrio delle salme. Secondo quanto si è appreso i parenti hanno chiesto anche sostegno a chi è sopravvissuto

Unhcr sul naufragio: "L'Europa dov'è?"

«Questa barca ha attraversato tre Paesi prima di arrivare in Italia. Bisogna chiedersi come mai nessuno è intervenuto prima. Ci vuole un intervento a livello europeo che permetta effettivamente che nel Mediterraneo centrale ci siano azioni molto più mirate, veloci ed effettive».
Lo ha affermato Chiara Cardoletti, rappresentante UNHCR per l'Italia, la Santa Sede e San Marino, tornando a parlare della tragedia di Cutro, a margine della firma di un protocollo con il Comune di Napoli per l’integrazione dei rifugiati. Cardoletti, nel ribadire che quanto accaduto è stata «una tragedia», ha aggiunto: «Per noi è importante, come ho detto già tante altre volte, che simili eventi non accadano più e che si impari da queste tragedie affinché si capisca che è fondamentale intervenire in modo immediato quando ci sono condizioni di mare mosso così forte e affinché queste barche non siano lasciate andare per giorni e giorni nel Mediterraneo senza che nessuno intervenga».
Cardoletti ha anche evidenziato che «la Guardia costiera italiana ha sempre svolto un ottimo lavoro e non si capisce come sia stato possibile questo incidente. Spero che venga fatta luce ma certamente va cambiato qualcosa nella capacità d’intervento perché la Guardia costiera italiana non può essere l’unico ente nel Mediterraneo a intervenire».

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