Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Ospedale di Vibo, alla carenza di organico si affiancano i nodi strutturali

Il rilancio mancato dello Jazzolino, nonostante le promesse

L'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale di Vibo Valentia

L’obiettivo del management dell’Asp, nell’era post lockdown, dovrebbe essere quello di ripristinare la normalità in un territorio in cui purtroppo, ancor prima dell’epidemia, la normalità non è mai esistita. Diversi i sopralluoghi condotti allo scopo di verificare in che modo intervenire per rendere funzionali i vari reparti, i cui ricoveri - e quindi i posti letto - nel corso dell’ultimo biennio sono stati ridotti all’osso. Un riassetto che purtroppo tarda ad arrivare, considerato che ad oggi permangono le stesse criticità del passato, in buona parte accentuate dalla pandemia. A constatare ogni giorno disagi e disservizi sono soprattutto i cittadini, costretti il più delle volte ad una emigrazione sanitaria forzata, in altre regioni d’Italia. Decadente, vetusto, fatiscente. Lo Jazzolino, la cui costruzione risale quasi a 60 anni fa - fu infatti realizzato nel 1965 - non versa in buona salute ormai da oltre un decennio. Le criticità strutturali e organizzative rappresentano, infatti, l’emblema di un presidio ormai al collasso. Si tratta di un edificio che non è stato adeguato neppure dal punto di vista sismico. Dai seminterrati, sino agli ultimi piani. Dall’interno all’esterno del nosocomio cittadino, le problematiche non sono di poco conto. La sensazione è, infatti, quella di trovarsi in un ospedale di frontiera abbandonato da tempo. Gli spazi sono angusti, le condizioni dei reparti appena accettabili, gli arredi e le strumentazioni desuete.

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro

Caricamento commenti

Commenta la notizia