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Cimiteri, morire a Vibo è un... lusso tra assenza di loculi e diritti di segreteria

La Giunta “rivede” le tariffe relative ai servizi e il Pd va all’attacco sull’aumento dei costi

Loculi non ce ne sono o quasi. Se ne contano appena 70 nel cimitero di Bivona dei 194 originari. Per il resto, zero posti ovunque, a cominciare dal cimitero del capoluogo, passando per quelli di tutte le altre frazioni, Piscopio, Vene, Longobardi, Triparni. Ma da queste parti non c'è soltanto il divieto di morire, quello è noto da tempo ma quando accade, bisogna pensare pure alle tasse che sono tutt'altro che simboliche.
Dramma su dramma per tanta gente che già si trova a dover chiedere un loculo ad amici o alle associazioni. Il project financing, a distanza di anni, è rimasto infatti sulla carta. Ci ha pensato la politica ad impedirne la realizzazione non senza il consueto efficace contributo della burocrazia. E lo scorso 28 ottobre è arrivata la bocciatura nell'apposita commissione.
Così, dopo un lustro di discussione, di dibattiti e di interventi, la città si ritrova senza un progetto per l’ampliamento dei luoghi di riposo eterno. Per questo motivo qualche mese addietro il Consiglio si era visto costretto ad approvare la proposta di concessione del suolo cimiteriale alla società operaia per la realizzazione di nuovi loculi, il 25% dei quali verranno ceduti all’amministrazione comunale. In sostanza, su un totale di 260 posti, il Comune ne avrebbe in dote una sessantina.
Ma c'è decisamente di più e di... meglio. La Giunta comunale, infatti, di recente – tra le mille questioni da affrontare – ha trovato il modo e il tempo di “rivedere” con apposita delibera le tariffe dei servizi cimiteriali. Un tentativo come altri di fare “cassa” mediante i cosiddetti diritti di segreteria.

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