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Il Vibonese resta “ostaggio” di Catanzaro: persi 42 milioni e ancora senza discarica

A sei anni di distanza dal deliberato dell’Ato i Comuni non riescono ad accordarsi su un sito. L’eco-distretto tiene ancora banco e ora la gestione passa all’Arrical

Non è mai nata, ma ha già una storia lunghissima. Lo sanno bene quei sindaci che, per esserne stati i promotori, sono stati messi al bando dall’elettorato. Lo sanno i cittadini che continuano a veder crescere a dismisura la Tari, per via dell’aumento dei costi di conferimento in discarica dell’indifferenziato. Lo sanno, soprattutto, quei burocrati che hanno continuato a fare per anni il giochino della “discarica si, discarica no, ecodistretto forse”, in provincia di Vibo.
Un “mito” che ha agitato le masse, ha regolamentato interessi ed a distanza di sei-sette anni dai primi strombazzamenti della politica, non ha prodotto nulla. Ricostruire la vicenda significa inevitabilmente incunearsi in un terreno minato, ma è necessario tentare di fare chiarezza. L’anno zero è il 2017, quando l’assemblea dei sindaci, vota per la realizzazione di un ecodistretto in località Palombara del Comune di Sant’Onofrio. Il primo cittadino del centro alle porte del capoluogo non ha dubbi sulla realizzazione dell’opera, pensando, ovviamente, alle possibili ricadute economiche sul territorio. Nascono, però, i Comitati contro la realizzazione dell’impianto.

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