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Duplice omicidio a Davoli, confermato l’ergastolo a Gualtieri

La Corte di Assise d’Appello di Catanzaro si è espressa sul delitto del dicembre 2018

La Corte di Assise d’Appello di Catanzaro ha confermato la pena del carcere a vita nei confronti di Giuseppe Gualtieri, 55 anni, accusato del duplice omicidio della ex moglie Francesca Petrolini, 53 anni, e del suo nuovo compagno Rocco Bava, avvenuto nel dicembre del 2018.
Dunque, nessuna riforma della sentenza che fu emessa il 12 giugno del 2020 dal giudice per l’udienza preliminare Matteo Ferrante, a conclusione del procedimento con rito abbreviato, nei confronti dell’imputato reo confesso, difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino che, nel processo d’appello, avevano chiesto e ottenuto che il loro assistito fosse sottoposto a perizia psichiatrica.
I legali attenderanno le motivazioni della sentenza per ricorrere in Cassazione. Quel duplice terribile omicidio segnò indelebilmente il Natale del 2018, per l’efferata violenza con cui si consumò.
Era il 23 dicembre, poco prima delle 18, quando Gualtieri imbracciò fucile e pistola e fece irruzione nella tabaccheria di proprietà della Petrolini, situata nel borgo di Davoli, sparando a bruciapelo contro l’ex compagna e contro Bava, proprietario di un autolavaggio a Simbario, nel Vibonese.
Bava aveva da poco intrecciato una relazione con la tabaccaia davolese. La donna, raggiunta da due colpi, uno alla testa e uno al torace morì sul colpo. Contro il suo “rivale” sparò quattro colpi, alla testa e al torace. Dopo essere stato ferito a morte, con le residue forze che gli erano rimaste, Bava si trascinò fuori dalla tabaccheria. È lì che lo hanno trovato i sanitari del 118 che erano accorsi per soccorrerlo.
Purtroppo i tentativi di rianimarlo si rivelarono vani, perché Bava morì poco dopo. Dopo aver sparato contro i due, Gualtieri si rese irreperibile per diverse ore. I carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Soverato, però, avevano sin dall’inizio concentrato i loro sospetti sull’ex compagno della Petrolini, che già nelle settimane precedenti aveva minacciato i due fidanzati. Braccato dai militari, la sua fuga durò meno di 24 ore.
Dopo diverse ricerche, i carabinieri lo trovarono a casa di un amico. Fu anche rinvenuto il fucile con cui aveva sparato alla coppia, dopo che la sua auto era stata perquisita. Gualtieri fu fermato e portato in caserma. Davanti alle domande degli inquirenti che lo incalzavano, Gualtieri crollò, ammettendo nell’interrogatorio di garanzia di essere l’assassino della sua ex moglie, dalla quale era separato legalmente da un anno, e del suo nuovo compagno.
Erano state la non accettazione della separazione dalla Petrolini e la gelosia per la nuova relazione avviata dalla donna con il 43enne vibonese ad armare la mano di Gualtieri. La pistola non è mai stata ritrovata: agli investigatori aveva raccontato di essersene liberato, lanciandola da un dirupo.

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