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Cocaina dal Sudamerica al Vibonese, 7 condanne e 6 assoluzioni

La sentenza del gup di Catanzaro per l’inchiesta Adelphi

Il Tribunale di Catanzaro

Sette condanne e sei assoluzioni, questa la sentenza per il processo di primo grado scaturito da un’inchiesta della Dda di Catanzaro, nome in codice Adelphi, sul traffico di cocaina acquistata dai cartelli Sudamericani. La droga, secondo la ricostruzione degli inquirenti, viaggiava dalla Colombia, dal Brasile, dalla Bolivia, dall’Equador e dalla Spagna, per arrivare in Italia, smistata nei porti di Gioia Tauro, Bari e Livorno. Gli imputati erano accusati di far parte di un’organizzazione legata alla cosca Mancuso di Limbadi.
Il gup distrettuale di Catanzaro Gabriella Pede ha condannato Nunzia Berardino, di Valenzano (Bari) a 6 anni di reclusione (il pm in aula aveva chiesto 8 anni e 20mila euro di multa); Giuseppe Corsini, di Montecchio Maggiore (Vicenza) a 4 anni, 7 mesi, 20 giorni di reclusione (il pm aveva invocato in aula 2 anni, 6 mesi e 12mila euro di multa; Giorgio De Masi, di Voghera, a 18 anni di reclusione (il pm aveva chiesto 20 anni di reclusione); Rocco De Masi, di Gioia Jonica, a 18 anni di reclusione (il pm aveva chiesto 21 anni di reclusione); Antonio Marte, di Bologna, a 17 anni, 10 mesi e 20 giorni di reclusione (il pm in aula 18 anni e 15mila euro di multa); Leonardo Marte, di Bologna, 18 anni e 20 giorni di reclusione (il pm aveva chiesti 23 anni); Sebastiano Pelle, di Benestare, 18 anni di reclusione (il pm aveva invocato una pena di 21 anni); Mario Ursini, Gioiosa Ionica, 18 anni di reclusione (il pm aveva chiesto 21 anni). Sono stati invece assolti Sebastiano Giampaolo, 67 anni, di San Luca (il pm aveva chiesto 21 anni); Cataldo Girasoli, 46 anni, di Terlizi (Bari) difeso dagli avvocati Vincenzo Cicino e Nicola Quaranta (erano stati chiesti 24 anni e 20mila euro di multa); Giuseppe Nirta, 49 anni, di Casignana (il pm aveva chiesto 21 anni); Francesco Ritano, 40 anni, Guardavalle, difeso dai legali Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino (il pm aveva invocato 23 anni); Antonio Scalia, 43 anni, San Luca, difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Serena Lacaria (il pm 22 anni di reclusione); Giuseppe Vitale, 44 anni, Guardavalle, difeso dai legali Sergio Rotundo e Vincenzo Cicino (il pm aveva chiesto 23 anni di reclusione).

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