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Catanzaro, lido “conteso” nell’area di Giovino. Il giudice civile ordina la restituzione

Primo traguardo per la vicenda dello stabilimento balneare bruciato due volte. Restano pendenti i processi penali sulle presunte minacce e pressioni

Il Tribunale di Catanzaro, Sezione Seconda Civile (giudice Alessandra Petrolo), ha ordinato la restituzione dello stabilimento balneare al suo legittimo proprietario Giovanni Valentino. A renderlo noto è l’avvocato Nunzio Raimondi che ha assistito Valentino. Raggiunge così un primo traguardo l’annosa vicenda giudiziale che, spiega l’avvocato Raimondi, «ha visto Giovanni Valentino, proprietario e unico concessionario del Lido Lo Ionio, corrente in Località Giovino di Catanzaro, vittima della mancata restituzione del proprio stabilimento balneare da parte della affittuaria signora Matilde Talotta». Nel lontano 2016, ricostruisce il legale, Giovanni Valentino concedeva in affitto il proprio stabilimento balneare “Lido Lo Ionio” a Matilde Talotta che ne avviava la gestione sotto la ditta “Lido Lo Ionio Ce l’Hai”. «Nel corso del rapporto contrattuale il Lido, veniva colpito, nel 2017 e nel 2018, da due eventi incendiari, in seguito ai quali l’affittuaria, dapprima, sospendeva il pagamento dei canoni di affitto e ricostruiva la struttura - scrive Raimondi - in totale difformità del titolo edilizio rilasciato a Valentino, abusi urbanistici ed edilizi poi definitivamente accertati dal Consiglio di Stato».

«Non solo, - prosegue l’avvocato - la Talotta, già responsabile dei predetti abusi perpetrati ai danni della struttura di Valentino, alla scadenza naturale del contratto, maturata nel 2020, non restituiva lo stabilimento balneare ed illegittimamente continuava ad esercitare l’attività di ristorazione e balneazione e ciò, nonostante, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro avesse disposto, per ben due volte, il sequestro preventivo del Lido e la contemporanea immediata cessazione di ogni attività. Si avviava, inoltre, un lunghissimo e tortuoso contenzioso che via via ha visto la Talotta soccombere in ogni sede giudiziale adita, amministrativa e, oggi, anche civile».

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