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Morte dopo una lite nel Vibonese: condannato a 8 anni titolare di un bar

La lite era avvenuta all’interno dell’attività di proprietà dell’imputato. Nel corso dell’aggressione, Garrì era crollato al suolo, battendo fortemente la testa.

Otto anni di reclusione per Giuseppe Lucifero, 62 anni, titolare di un bar a Cessaniti con l’accusa di omicidio preterintenzionale. È quanto ha stabilito la Corte d’Assise di Catanzaro, presidente Bravin, nell’ambito del processo di primo grado, scaturito dall’inchiesta sulla morte di Domenico Garrì, 71 anni, di Conidoni di Briatico avvenuta il 21 giugno 2015. La vittima, stando all’ipotesi accusatoria formulata al tempo dalla Procura di Vibo, competente per la fase relativa alle indagini preliminari, sarebbe stata colpita ripetutamente al volto nel corso di una colluttazione che ne avrebbe causato il decesso a distanza di due settimane.
La lite, poi degenerata nell’omicidio, era avvenuta all’interno dell’attività di proprietà dell’imputato. Nel corso dell’aggressione, Garrì era crollato al suolo, battendo fortemente la testa. Prontamente soccorso dall’allora sindaco di Cessaniti, l’anziano era stato trasferito poi all’ospedale Pugliese di Catanzaro, dove era stato ricoverato in Terapia intensiva e sottoposto ad un intervento chirurgico per via di una emorragia interna. Tutto inutile perché il 10 giugno di quello stesso anno era sopraggiunto il decesso. Per Lucifero, a quel punto, il capo d’imputazione si trasformava in omicidio intenzionale.

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