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Sistema idrico, è ancora braccio di ferro tra i Comuni crotonesi e l’Autorità unica

Nuovo ricorso al Tar: nel mirino tempi e modalità del passaggio a Sorical. Gli enti locali contestano la ripartizione dei costi e le tariffe

Continua il braccio di ferro giudiziario tra i Comuni del Crotonese e l’Arrical sulla riorganizzazione del servizio idrico in Calabria. Gli 11 Municipi della provincia che fanno parte di Congesi, il Consorzio che gestisce gli acquedotti degli enti locali aderenti, si sono rivolti ancora al Tar di Catanzaro questa volta per chiedere l’annullamento, previa sospensione, del decreto n. 9 emesso lo scorso 22 febbraio dall’Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria.
Si tratta del provvedimento col quale l’ente guidato dal commissario Bruno Gualtieri, ha aggiornato il cronoprogramma per il subentro – entro dicembre 2024 - di Sorical nella gestione del servizio idrico su scala regionale. In precedenza, gli stessi Comuni erano ricorsi al Tribunale amministrativo (procedimento ancora non definito) per contrastare l’originaria tempistica e le modalità decise dall’Arrical – coi decreti n.60 del 30 dicembre 2022 e n.1 del 20 gennaio 2023 – nell’avviare la conduzione unitaria del sistema di distribuzione dell’acqua in Calabria.
«Resta anche in tale cronoprogramma – lamentano i sindaci Vincenzo Voce (Crotone), Salvatore Giordano (Santa Severina), Maria Grazia Vittimberga (Isola Capo Rizzuto), Carmine Barbuto (San Mauro Marchesato), Sergio Bruno (Strongoli), Annibale Parise (Mesoraca), Simone Saporito (Petilia Policastro), Alfonso Dattolo (Rocca di Neto), Luigi Foresta (Roccabernarda), Francesco Scarpelli (San Nicola dell’Alto) e Antonio Ceraso (Cutro) nell’istanza al Tar - il passaggio frazionato alla gestione unica del servizio mediante il prossimo immediato subentro di Sorical nella sola riscossione della tariffa e ricomprendente tutti i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione delle acque reflue, lasciando alle gestioni esistenti (Congesi), la gestione operativa (dei segmenti di acquedotto, fognatura e depurazione delle acque reflue) senza, tuttavia, la copertura dei costi che, appunto, avviene attraverso la riscossione della tariffa medesima».

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