Da un lato i “tentacoli” che la cosca Ferrazzo avrebbe allungato sulla lavorazione della legna nella centrale a biomasse di Cutro per la produzione d’energia elettrica; dall’altro anche i presunti appalti truccati al Comune di Mesoraca per favorire le imprese ritenute contigue al clan capeggiato dal boss Mario Donato Ferrazzo; e per finire: anche accuse di narcotraffico ed episodi di estorsione.
Sono alcune delle “storie criminali” contenute nell’avviso di conclusione indagini che ieri la Dda di Catanzaro notificato a 99 accusati – tra persone fisiche e giuridiche - coinvolte nell’operazione scattata il 3 ottobre 2022 con 31 arresti eseguiti dai carabinieri.
Per i pm della Direzione distrettuale antimafia Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, il cippato, ricavato dal taglio indiscriminato dei boschi della Sila, sarebbe stato bruciato insieme con rifiuti di ogni genere nella centrale di biomasse “Serravalle Energy” di Cutro: dalla plastica al cemento fino all’asfalto.
In questo modo – è la tesi investigativa – l’azienda avrebbe percepito indebitamente incentivi maggiorati basati sui conferimenti di prodotto legnoso effettuati violando la normativa del settore.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia