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Lamezia, screening a rilento: gli esami fatti rimbalzano da un ospedale all’altro

La struttura lametina invia tutto al “Pugliese” e al nosocomio di Crotone. Il laboratorio del capoluogo è stato “ingolfato” senza potenziarlo. Fondamentale riorganizzare il sistema per velocizzare le attività

Al centro screening dell'ospedale "Giovanni Paolo II" prosegue l'attenta campagna di sensibilizzazione e prevenzione ai tumori, con agende sempre attive per prenotazioni di Pap test e altri tipi di esami.
Nonostante il periodo di stallo e di estremo ritardo degli esiti degli screening, avvenuto lo scorso autunno per centinaia di donne, adesso le cose sembrano andare bene, ma resta sullo sfondo il problema delle strutture e dei laboratori in cui vengono processati gli esami dislocati gli uni dagli altri provocando particolari disagi logistici.
Alla base ci sta un decreto che regolamenta tutto questo, dunque da rivedere sarebbe il decreto numero 126 del 2015 del commissario ad acta per il risanamento del debito sanitario in Calabria che identifica come laboratorio di riferimento per ciò che riguarda gli HPV screening, e pap test, l'azienda ospedaliera "Mater Domini" e per ciò che riguarda i pap test l'Asp di Crotone.
Successivamente però c'è stato un altro decreto, quello di riorganizzazione della rete dei laboratori, con hub di riferimento l'azienda ospedaliera del "Pugliese-Ciaccio" che ancora continua a essere depotenziata sotto vari aspetti. I campioni, dunque, in qualunque luogo della provincia vengano prelevati, arrivano prima a Lamezia, e poi da Lamezia vengono raggruppati e inviati alla microbiologia del "Pugliese".

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