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Nuovo ospedale di Vibo, la “maledizione” del fosso Calzone

Dopo le critiche della Regione il presidente della Provincia fa il punto sull’opera per cui un anno fa era stata siglata una convenzione con Rfi

Diciannove anni dopo del nuovo ospedale restano gli annunci. Quel “nuovo” che ormai, sembra più un modo di dire. Una speranza. Che si lega al tempo che scandisce ogni passo. Era, infatti, dicembre 2021 quando in Prefettura si faceva il punto sul fosso Calzone. L’impedimento... L’ultimo? Si, forse, nì.
Perché il procuratore Camillo Falvo in quella sede lo diceva chiaramente che il dissequestro ci sarebbe stato solo a lavori ultimati. Un anno dopo, è ancora di fosso Calzone che si parla. E non solo. Perché se anche passi in avanti ne sono stati compiuti, seppur nel maggio 2022 è stata anche siglata una convenzione tra Regione, Provincia e Rfi – considerato che a parte l’imbrigliatura e il ripristino dell’officiosità idraulica, si rendeva necessario realizzare una sorta di tunnel per convogliare le acque – i nodi da sciogliere sono ancora tanti. E così fatti gli annunci, comunicati i rinvii, il fosso Calzone è tornato d’attualità nell’ultimo Consiglio regionale, quando il governatore Occhiuto rispondendo ad un’interrogazione del consigliere Raffaele Mammoliti, ha fatto sapere che si è pronti alla consegna, e che i ritardi sono da imputare alle opere sul fosso e al fatto che la Provincia ancora non avesse ottemperato a tutte le prescrizioni.
Ergo, cambiando l’ordine delle cause il rinvio non cambia. E non è cambiato nel momento in cui in Conferenza dei sindaci erano stati annunciati i lavori prima per gennaio e poi per marzo. Non cambiano quando un mese fa si è scoperto – da quanto riferito ai consiglieri regionali Mammoliti e Lo Schiavo – in Prefettura che l’Abr ha sollevato dubbi sul sito.

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