È un’escalation da brividi quella che ha portato, nell’estate del 2020, all’omicidio del 48enne Fabio Catapano. Si tratterebbe di una storiaccia di soldi e droga dietro cui ci sarebbero ragazzi che, nonostante si chiamino «compari» e si diano del «voi», sono poco più o poco meno che ventenni. Uno è colui che ha sparato a Catapano davanti casa sua in zona Divino Amore, a Roma: Giovanni Nesci.
Originario di Sorianello, all’epoca dei fatti aveva 23 anni e ha riferito di aver ucciso il suo vicino di casa perché la vittima riteneva che lui avesse una relazione con la moglie. La vicenda è già sfociata in una condanna in primo grado a 18 anni per il giovane, ma ora, la maxinchiesta “Eureka” della Dda di Reggio ha fatto emergere un altro movente: dietro l’omicidio potrebbe esserci un presunto furto di droga. Nesci era convinto che Catapano gli avesse rubato 110 chili di cocaina che teneva in casa per conto di un’organizzazione i cui presunti vertici erano di San Luca.
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