Nonostante tutto, il campo scuola funziona. Anche se la cronica mancanza di omologazione rende possibili solo le gare delle categorie baby (cioè Esordienti e Ragazzi, dai Cadetti in su i tempi non possono essere registrati in ambito federale), le condizioni della struttura peggiorano anno dopo anno, gli spogliatoi sono al massimo un riparo contro la pioggia e il vento e l’abbandono è totale, lo storico impianto di Catanzaro riesce ancora ad accogliere, aggregare, far correre sulla propria pista grandi e piccini da qualsiasi parte della Calabria e d’Italia.
Venerdì ha aperto i cancelli per le Convittiadi, ieri pomeriggio ha ospitato circa 200 atleti in erba per i campionati regionali Esordienti e Ragazzi con un’appendice riservata ai Master, atleti sopra i 35 anni. Insomma, sono bastati due giorni per ribadire l’importanza di un luogo che ha segnato generazioni di catanzaresi e che, adesso, ha un estremo bisogno di essere ripreso e riqualificato per chiudere – finalmente - il brutto e lungo capitolo dell’unico capoluogo di regione privo di una pista d’atletica omologata. Una contraddizione evidente nell’anno di Catanzaro città europea dello sport (il 2023, appunto) e ancora più stridente se si pensa che la struttura è intitolata a una leggenda come Pietro Mennea.
«C’è un’idea per realizzare l’omologazione attraverso un adeguato contributo della Regione», ha spiegato Pietro Mirabelli, decano dell’atletica catanzarese e calabrese, presidente della Fiamma e presidente onorario della Fidal regionale: «Mi auguro che la strada venga percorsa fino in fondo, non rimanga nell’area delle chiacchiere e dei commenti, altrimenti torneremo punto e a capo come avviene da cinquant’anni perché è da mezzo secolo che parliamo sempre della stessa cosa».
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