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Rigenerazione urbana, da Catanzaro l'appello alla Regione

«Subito la legge per impedire speculazioni. La città ha dimostrato maturità politica, istituzionale e rispetto verso il territorio». L’assenza di normativa aggiornata in tempi brevi «potrebbe portare all’anarchia»

Restano al centro del dibattito politico e non solo i futuri assetti urbani della città. Il ritiro bipartisan della pratica sulla rigenerazione urbana e lo stop, anch’esso quasi del tutto trasversale, arrivato dal Consiglio comunale agli uffici di Palazzo De Nobili affinché non rilascino nuove autorizzazioni in attesa che il Consiglio regionale legiferi in materia sta offrendo spunti di riflessione per politica e professioni.
L’esponente di maggioranza Vincenzo Capellupo sottolinea il peso della scelta fatta nell’ultima seduta del civico consesso affermando che «la città di Catanzaro ha dimostrato maturità politica, senso delle istituzioni e rispetto del territorio». E ha anche ribadito che «purtroppo questo sforzo rischia di rimanere vano se la Regione Calabria non prenderà provvedimenti rispetto alla gravissima situazione, che ormai è nota a tutti anche grazie alla discussione che si è potuta svolgere durante lo stesso Consiglio comunale del capoluogo».
Il senso del suo ragionamento rispetto alla legge regionale 25 del 2022 (bocciata dalla Consulta) è chiaro: «La legge sulla Rigenerazione urbana attuale dovrebbe chiamarsi piuttosto di speculazione edilizia. Di questo si erano già accorti i ministeri di Cultura e Ambiente ad agosto 2022 e l’unico atto del Consiglio regionale è stato una proposta di modifica depositata a novembre 2022». Un provvedimento che Capellupo boccia in quanto «solo finge nei fatti di accogliere le richieste nazionali».

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