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Cutro, al settennale del Crocifisso anche da Australia e Canada

L’appuntamento religioso è un riferimento per i cutresi. Nel racconto degli emigrati devozione ed emozioni

Sono arrivati anche dall’Australia, dal Canada, dall’Argentina, dall’Olanda, oltre che dal Nord Italia. Troppo forte il legame della diaspora cutrese con la festa settennale del SS Crocifisso. Un’occasione, la “festa grande” per rivedere i luoghi da cui molti di loro sono andati via da 50 anni per trovare lavoro dall’altra parte del Mondo oppure oltre le Alpi.
Si spiega anche così la folla sconfinata ha accompagnato il Crocifisso dalla chiesa Madre al suo santuario, così come migliaia di persone presenti al concerto di Michele Zarrillo che ha concluso i festeggiamenti civili. Soddisfatto il sindaco Antonio Ceraso: «Abbiamo vissuto – commenta – una bella pagina di storia, un evento che ha coinvolto tutti, un momento di aggregazione che ha visto intere famiglie ritrovarsi. Anche in questa festa il popolo di Cutro, per non dimenticare, ha rivolto il suo pensiero alle vittime del naufragio. Devo ringraziare tutto l’apparato comunale, la Polizia locale di Crotone e di Isola che ci hanno dato una grossa mano». Per la prima volta a gestire la Grande festa sono stati i sacerdoti diocesani: «Da subito – osserva il parroco don David Fiore – , ho compreso la grande devozione di questo popolo per il suo amatissimo Crocifisso. Mi sono trovato dal primo momento coinvolto nella preparazione del Settennale e la cosa che più mi ha colpito è che per i Cutresi la festa è già pienamente soddisfatta dagli eventi religiosi, le domande che mi hanno sempre rivolto, anche i giovani, erano di interesse più religioso che civile, questo è un segno del valore che il Crocifisso ha in questo luogo anche per le fascia di età adolescenziale».

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