Catanzaro, Crotone, Vibo

Lunedì 25 Novembre 2024

«Armi feroci» dalla Croazia ai clan del Vibonese

Un potenziale canale per il traffico di armi «feroci» che porta ai Paesi dell’ex Jugoslavia, in particolare alla Croazia. Emerge anche questo dalle carte dell’inchiesta “Maestrale-Carthago” che ha coinvolto 167 indagati e ha assestato un duro colpo a diversi clan della provincia. Incrociando gli elementi emersi dalle intercettazioni con i rinvenimenti e i sequestri effettuati dalle forze dell’ordine, la Dda di Catanzaro ritiene di aver ricostruito come il “locale” di ‘ndrangheta di Zungri, e in particolare la ‘ndrina di Cessaniti, avesse una «facile e considerevole pronta disponibilità di armi, munizioni e veicoli rubati», spesso occultati all’interno di casolari o in terreni non recintati e abbandonati che si trovano in prossimità delle proprietà di presunti capi e affiliati del clan. Tra i presunti esponenti «di rilievo» della ‘ndrina che se ne sarebbero occupati la Procura antimafia pone al vertice Francesco Barbieri (cl. 1965) e annovera Antonino Barbieri, Francesco Barbieri (cl. 2001), Michelangelo Barbieri, Cristian Surace e Costantino Gaudioso. È proprio quest’ultimo, in una conversazione intercettata, a proporre al presunto capo ‘ndrina di Cessaniti di «rifornirsi di armi attraverso un proprio canale in Croazia». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro

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