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Crotone, gli affari della cosca Farao in Germania: estorsioni, truffe e false fatture nei verbali di Aloe

Le dichiarazione del collaboratore di giustizia nei verbali depositati al giudizio d’Appello scaturito dall’inchiesta Stige

Gaetano Aloe

Estorsioni, truffe e false fatture. Il collaboratore di giustizia, il 45enne Gaetano Aloe, continua a svelare i presunti affari illeciti della cosca Farao-Marincola di Cirò. Il pentito – figlio del capobastone Nik ucciso nel 1987 – condannato a 13 anni e 4 mesi nell’appello del rito abbreviato di "Stige" è comparso lo scorso 10 maggio davanti al pm della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio. Al magistrato, Aloe ha rivelato anche gli interessi del clan in Germania: «Vincenzo Barbieri (pena di 14 anni e 5 mesi nel primo grado di "Stige", nda) – si legge nel verbale che è confluito nel processo di secondo grado di rito ordinario nato dall'inchiesta "Stige" – è il referente della cosca cirotana in Germania», in quanto «è uomo d'onore da diverso tempo ed è il punto di appoggio di tutti gli associati cirotani che si recano in Germania a commettere fatti illeciti». Barbieri, per il collaboratore, «ha anche favorito la latitanza di Cataldo Marincola (ritenuto il capo della "locale" di 'ndrangheta) in Germania». Infatti, secondo il pentito, «qualsiasi cosa succede in Germania qualsiasi problema possa accadere fra ristoratori ad esempio, Barbieri interviene a risolverlo».

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