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Isola CR, inchiesta Jonny. In Cassazione scricchiolano le accuse

Il processo nato dall’inchiesta della Dda che ipotizza il controllo delle cosche di Isola Capo Rizzuto sulla gestione del Centro per migranti

La Corte di Cassazione

Due condanne definitive, tre assoluzioni; un nuovo processo d’appello per 7 imputati. Sono i numeri della sentenza con la quale, l’altra sera, la Cassazione ha riaperto i “giochi” del troncone processuale di rito ordinario a carico di 12 persone nato dall’operazione “Jonny”. Si tratta del blitz col quale, nel 2017, la Dda di Catanzaro si disse convinta di aver reciso i “tentacoli” che la cosca Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto avrebbe allungato sul Centro d’accoglienza per migranti di Sant’Anna.
Lo scorso 22 febbraio, la Suprema Corte aveva disposto un nuovo giudizio d’Appello per 39 imputati nel procedimento col rito abbreviato. Riguardo il processo sul quale gli ermellini si sono pronunciati l’altra sera, su tutte, spicca la posizione di don Edoardo Scordio, il 76enne fondatore della Misericordia di Isola che il 12 aprile 2022, la Corte d’Appello aveva condannato a 8 anni e 8 mesi. Per l’ex parroco, i giudici hanno annullato con rinvio, la sentenza di condanna per l’accusa di associazione ‘ndranghetistica; ed è caduta la malversazione. Ma la Cassazione ha anche ordinato la trasmissione degli atti alla Procura antimafia per accertare eventuali responsabilità di don Scordio relativamente al reato di concorso in frode in forniture pubbliche, aggravato dalla finalità mafiosa.

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