Il caso dei terreni nel quartiere Corvo su cui sarebbero dovuti sorgere impianti sportivi e strutture socio sanitarie finisce all’attenzione anche della giustizia amministrativa. La società Vivere Insieme onlus ha infatti presentato ricorso al Tar contro la decisione del Comune di Catanzaro che ha espresso diniego all’istanza di alienazione/trasformazione del diritto di superficie in proprietà delle aree comunali.
La vicenda risale a oltre 20 anni fa, quando la Vivere Insieme e il Comune firmarono una convenzione con cui l’ente concedeva alla associazione il diritto di superficie per 80 anni di un'area di circa 36.000 mq, sita nel quartiere Corvo per la realizzazione di alcuni impianti sportivi e di un centro sanitario. L’intervento però non ha mai visto la luce. Nel 2018 il progetto è tornato in ballo nel “bando periferie” varato dal Governo nazionale. Il 3 settembre di quell’anno la Vivere Insieme ha presentato all’amministrazione comunale istanza per l’acquisto della proprietà delle aree oggetto di concessione. Dieci giorni dopo su quell’istanza, il Consiglio comunale ha manifestato, a determinate condizioni, l’interesse per la vendita, mandando alla Giunta comunale e ai competenti settori amministrativi «per la modifica agli strumenti urbanistici e programmatori», «per la modifica del Piano delle Alienazioni» e per le necessarie modifiche ai documenti contabili. Proprio questo passaggio è finito al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza che ha coinvolto l’ex consigliere regionale di Forza Italia Claudio Parente e due all’epoca consiglieri comunali di maggioranza Giuseppe Pisano e Francesco Gironda, entrambi eletti nel civico consesso nella lista “Officina del Sud”, il movimento fondato proprio da Parente.
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